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  • Immagine del redattore CET

Benvenuta BiBi!


Appena arrivata a casa: intonsa e senza accessori!

Acquistata sabato scorso, oggi - lunedì - finalmente il battesimo della nuova arrivata!


Perchè BiBi?


Lo vedremo alla fine...


Ebbene sì, sfruttando il bonus approvato dal Governo ho deciso di cambiare la mia amata Scarlett, la MTB con cui ho condiviso più di 10.000 km, per lo più in solitaria sui sentieri lodigiani, con rare puntatine in Alto Adige o fuori dai confini del mio Comune, ad ogni ora del giorno, con ogni clima, dai –5 gradi delle rigide e buie mattine invernali, ai 35 della calura estiva.

Mi ci ero un po’ affezionato, ma mi sono lasciato ingolosire dall'occasione, doppia visto che era pure in offerta sul prezzo originale. Negli ultimi giorni ne erano rimaste tre in tutta Italia: mi sono dato una mossa e mi ci sono buttato!


Sì, ma che modello è?


È una “plebea” Rockrider XC500, model year 2019, differente dal 2020 solo nel colore, uno sfavillante rosso fuoco per il 2019 contro uno smorto azzurrino carta da zucchero. Per di più venduto a prezzo pieno, ovvero 200 euro in più...

Insomma una classicissima “Cross Country” hardtail in alluminio, niente di “esoterico”, ma con componentistica di un certo livello: forcella Rockshox Reba RL ad aria, gruppo completo Sram “Eagle” GX con mono corona e 12 rapporti, cerchi di buona fattura, freni a disco idraulici Sram Level T, per un peso complessivo di 11.5 kg, praticamente il più basso della categoria. Insomma un rapporto prezzo/prestazioni pressoché imbattibile (il listino “pieno” segnava 1299 euro).


Certo, rimane l’”onta” di un marchio da “supermercato”, ma sinceramente non mi interessa, anzi, snob come sono, sono fiero di avere una bici per niente blasonata ma dalle ottime caratteristiche, una bici da “intenditori” e non da fighetti.

Scarlett, nuova di pacca!

Cos’ha di più rispetto alla “vecchia” CUBE LTD?


In realtà già “Scarlett” era un’ottima bici, dello stesso “segmento” di prezzo della nuova arrivata, ma il tempo passa e dopo sei anni una certa evoluzione c’è stata. 

Quello che salta subito all’occhio e che in effetti è molto molto comodo è la mono-corona: rispetto ad una BDC una MTB non ha bisogno di rapportoni per tirare la velocità su asfalto, mentre aiuta tantissimo non avere l’impaccio di cambiare corona quando si passa dal veloce al lentissimo o viceversa: una cosa in meno a cui pensare, più velocità e sicurezza nell'affrontare i passaggi più ostici. E poi lo Sram GX è una cannonata, talmente veloce e leggero che sulle prime bisogna abituarsi a modulare lo sforzo soprattutto in scalata se non si vuole saltare 3 o quattro rapporti alla volta senza volerlo.

Finalmente nel suo habitat naturale!

Parlando di guida “pura”, l’assetto è leggermente diverso rispetto a quanto ero abituato, con il manubrio più basso, che carica di più l’anteriore. Abituato alla BDC non è assolutamente un problema, anzi insieme alle geometrie leggermente diverse del telaio ha donato alla bici un comportamento più “centrato” e bilanciato. Mi sentivo più sicuro e mi lanciavo con più velocità sui pochi tratti un pochino tecnici e veloci, mentre nello stretto la sentivo più pronta e reattiva. Niente di trascendentale, ma un miglioramento c’è stato di sicuro. Quando invece c’era da pedalare sul veloce mi è sembrata più scorrevole, grazie anche alla posizione più “abbassata” e aerodinamica data dal manubrio.

Un classico: il ponte vecchio di Spino

E la sella? Una piacevolissima sorpresa: dopo essermi seduto senza pantaloncini imbottiti mi sembrava dura e scomoda e pensavo già di cambiarla e invece... pur nel “breve” giretto di stasera non mi ha dato il minimo problema, anzi!

Comparativa tra le geometrie

Devo ancora sistemare alcune cosette, montare i miei pedali XPD con sganci rapidi, modificare leggermente le quote della sella, la distanza di alcuni comandi, cambiare il porta attrezzi che mi è finito nella ruota posteriore sbragandosi definitivamente, ma direi che il cambio è stato più che favorevole.


Il primo giretto con BiBi!


Non c’è nulla che non mi piaccia di BiBi, a parte forse i cavi in vista che passano sotto la cann(ona) obliqua del telaio: basterebbe poco per rendere la linea ancora più pulita e moderna! Ma è solo un dettaglio su cui si può sorvolare.


Insomma, benvenuta BiBi!


Ah, giusto, il nome.


Abitando a Lodi, che conta circa 45-46.000 abitanti, inizialmente pensavo di non poter usufruire dell’incentivo statale, in quanto sembrava fosse destinato ai residenti dei centri con più di 50.000 abitanti. Così ho chiesto se ci fosse qualcuno tra i colleghi di Milano non interessato: la prima a rispondermi è stata un’amica il cui nome e cognome iniziano con “B”: in suo onore volevo chiamare la bici “BiBi”. E tale è rimasta anche dopo che Lodi, in quanto capoluogo di Provincia, è rientrata tra le città beneficiarie.


E poi BiBi, come Bigitte Bardot o come la Ferrari 512BB... non male, dai!

Scusate la faccia!

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