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Stasera mi porterò sul lago (in moto)

Aggiornamento: 14 mar 2022

Metti che rimani a casa da solo per una settimana. Metti che il lavoro ti permette un orario flessibile. Metti che le previsioni sono benevole.

"Domani, dopo l'ufficio me ne vado sul lago in moto!"

Non solo, prendo il vecchio guzzone e scatto una foto davanti al portone rosso di via Parodi a Mandello!


Detto fatto, alle 17 circa sono in sella alla mia fidata Griso, in rotta - GPS santo subito - verso il lago di Como... anzi... di Lecco!

Imposto su Google Maps varie tappe: l'idea è di raggiungere Bellagio percorrendo una parte del celeberrimo "circuito del Lario", per poi costeggiare il lago, ridiscendere fino a Lecco e "andare in pellegrinaggio" fino a Mandello.


Fotina di rito e ritorno a casa.


Dall'ufficio sono circa 200km e 3 ore di viaggio previste, più o meno... più "più" che meno, visto il traffico non indifferente e le strade malmesse a causa elle piogge intense dei giorni precedenti.

Non è proprio il caso di fare i brillanti: nonostante il sole tiepido - sul lago oggi c'è un clima fantastico - l'asfalto è spesso umido e a tratti proprio allagato, con l'acqua che gronda copiosa dai fianchi delle montagne o dai soffitti delle gallerie, tanto che ad un certo punto vengo "docciato" da un'auto che procede in senso inverso!


Insomma, un giro diverso dalla solita "sparata" tra le curve; più "contemplativo", ad ammirare i tipici paesaggi lacustri, resi ancora più pittoreschi dalla luce obliqua di un tramonto estivo, con il pulsare del bicilindrico a fare da contraltare: si capisce che la Guzzi si sente a casa sua, si lascia condurre con disinvoltura, pennellando le curve con la solita supponenza di chi sa il fatto suo, incurante della massa non comune e di chi la considera alla stregua di una custom-cruiser qualsiasi.

Apro e chiudo il gas dosandolo dolcemente, tenendo il motore a regimi medio/bassi, stando ben attento alle chiazze d'acqua nascoste dietro le curve, 'chè le D211 non sono esattamente"anfibie"!


Entro nel mood giusto, con le ombre che si distendono sempre di più e il sole che poco a poco va a nascondersi dietro le montagne che costeggiano il lago di Como.

Incontro parecchie auto, tanti tedeschi, ma anche tanti locali, magari di ritorno da lavoro.


Arrivato a Lecco, attraverso il ponte e mi ritrovo intruppato nella coda sul lungo lago; il tempo corre e sono in ritardo sulla tabella di marcia. Amen, stasera sono a casa da solo, la mia famiglia è in "ferie anticipata" e posso gestirmi con libertà.


Davanti al "portone rosso" trovo un "collega" con un bel Cali nero che viene immortalato nella foto di rito. Scopro che è di Milano e come me ha raggiunto Mandello dal lavoro. Mi lascia campo libero, scatto qualche foto veloce - saranno le uniche di un giro con il tempo un po' contato - e riparto, non prima di aver impostato il navigatore.

Il tempo di percorrenza previsto è di un'ora e un quarto circa; alla fine un'oretta mi basterà e per le 20:30 sono nel box, con la vecchia caffettiera a tintinnare di gioia per aver rivisto il luogo natale.


In casa mi aspetta l'ultima piadina di un "tris" aperto qualche giorno prima, da farcire con un mezzo salamino e un paio di formaggini dei figli. Insomma, la tipica cena del maschio solo in casa! La trangugio velocemente, aiutato da una sana Poretti e mi fiondo a vedere le poche foto scattate.

Mi ero portato in borsa anche la videocamera, ma alla fine la pigrizia ha prevalso e ho preferito godermi la passeggiata senza altri assilli.


Insomma, un altro bel giretto con la mia vecchia motorona, che come me ha qualche acciacco - che spero di sistemare il prossimo inverno - ma che sa dare ancora grandi soddisfazioni.

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