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Crisi di astinenza...

Quest’estate ho trascorso le “solite” due settimane di ferie con la famiglia in parte al mare e in parte nel bellissimo entroterra umbro, alternando così la vita da spiaggia alla visita di alcuni pittoreschi borghi del centro Italia, dalle celebri e frequentate Assisi e Orvieto alle più raccolte Gubbio e Spello, da Perugia a Todi.

Granchietto sulla spiaggia a Roseto!
Artigiano della ceramica a Castelli, in Abruzzo.
Il centro storico di Todi.
Classicissima foto della Basilica dedicata a S.Francesco ad Assisi.
Tramonto a Todi.
La piscina da 16 metri dell'agriturismo!
Il soffitto affrescato nella Cattedrale di Perugia.

Umanità varia, sempre a Perugia.
Ape a Spello!
Poteva mancare una Guzzi ad Assisi? No eh!

Una bella vacanza rilassante in cui per la prima volta da diversi anni non mi sono fatto neanche una pedalata sui luoghi visitati. A dir la verità non mi ha pesato per niente: per una volta non ho alimentato quella vocina insistente che ti chiede di “non mollare” per non perdere la forma che tanto faticosamente hai conquistato. E non parlo di “peso”, ma di fiato, gambe, resistenza.



Amen, mi son proprio goduto i 15 giorni in totale compagnia della mia famiglia.

I camminatori!

Naturalmente, tornato dalle ferie, la voglia di bici (e di moto) era tanta: è normale per chi ha queste passioni. Così il giorno dopo sfrutto la domenica mattina libera per farmi un bel giretto in bici da corsa: il ritmo non è malvagio ma naturalmente le gambe risentono dello stop forzato e ogni cavalcavia affrontato con il solito piglio garibaldino mi ricorda che non ho più 20 anni... e neanche 30...

In ogni caso supero i 73km che per me non sono affatto male e torno a casa stanco ma non distrutto, anzi!

Pausa borraccia a Lodi Vecchio.

Nel pomeriggio ancora libero da impegni famigliari – a parte lavare l’auto e un salto al supermercato per riempire il buco nel frigo... - riesco a ritagliarmi un paio di giretti in moto: uno molto breve con la Grisona e un altro appena più lungo, ma si fa per dire, con la Street.

In particolare esco con la Griso verso mezzogiorno, con il caldo già opprimente, per una commissione veloce: non ho in preventivo di stare fuori casa per più di una mezzoretta, così una volta tanto indosso la giacca leggera ventilata e... i pantaloncini corti... mmm...

Non si fa, lo so, non si fa. “Ma intanto è un giretto corto e tranquillo, sto attento...”.


Bene.


Esco dal cancello e alla prima curva butto giù la moto con decisione. Mmmm.

Apro un pochino il gas in tangenziale e l’aria che passa attraverso il tessuto traforato della giacca e che sfiora le gambe nude mi galvanizza ancora di più. Il tempo passato alla guida del mio “trattore” turbodiesel non ha fatto altro che aumentare la percezione di quanto sia eccitante una moto, a confronto.

Esco dopo qualche minuto dalla tangenziale e mi ritrovo a forzare, staccare e a piegare con una foga e una naturalezza che sorprende anche me. “Saranno sensazioni... sarà che non sono più abituato...”

Comincio a scannare un po’.


Non si fa, non si fa!


Il traffico di fine agosto è ancora inesistente, le strade perfette e la vecchia bastarda è li sotto che fa il tifo. Va beh, diamo un po’ di gas sul “curvone”. Aspetta: A QUANTO SONO USCITO???


Cazzo. In braghette corte.


Non si fa!


Eppure ho le endorfine che mi fanno sentire come da tanto tempo non mi sentivo: libero, tranquillo, rilassato e sicuro. La moto fa ESATTAMENTE quello che le chiedo, a velocità un pochino fuori legge.


Non si fa! Basta: torno a casa. Devo preparare il pranzo e so che questa sera uscirò insieme a

Gianpaolo – in moto - per una birretta, quindi potrò rifarmi.

Entro in casa ancora un po’ eccitato e stranito.


Verso le 17:45 esco con la Street: Gianpaolo, che di solito su strada è più veloce di me, fa fatica a starmi dietro... non sul dritto, ‘chè come al solito non ho voglia di spiattellare le gomme inutilmente.

È che oggi mi bevo le rotonde, stacco, supero... con una naturalezza e una smania “ritrovata”.

Non rischio, non vado come un matto: mi diverto e ho voglia di farlo. Stavolta non sono in vena di una paciosa cavalcata, come spesso mi capita, stavolta la vena è po’ più chiusa del solito...


Nel frattempo provo anche la Thruxton dell’amico: gran motore, buona maneggevolezza, sospensioni comode ma... ciclistica lontana anni luce dalla compostezza quasi asettica della Street: complimenti a lui per i ritmi che riesce a tenere! Ah, e freni quasi finiti...


Torno a casa con la sensazione di avere 20 anni di meno. Non si tratta di “rischiare l’osso del collo”, ma di riprovare quella sensazione di solidità mentale che ultimamente aveva lasciato il posto a un timore reverenziale quasi eccessivo.

Non so quale meccanismo abbia “riacceso” la miccia; credo che staccare la spina dalla routine quotidiana e sentire l’affetto della mia famiglia abbia contribuito a farmi stare meglio, a sgonfiare lo stress e a ridarmi un po’ di serenità. Poi ci sarà anche un po’ di crisi di astinenza... le endorfine della bici... tutte queste cose insieme mi hanno fatto rivivere sensazioni quasi “droganti” e ho imparato una lezione: la vita dev’essere vissuta e goduta in tutte le sue sfaccettature. A volte mi rendo conto di farmi prendere un po’ troppo da alcuni pensieri e ne trascuro altri. A volte vivo la giornata nell’”attesa di”, mentre bisognerebbe viverla e basta, godendo del presente, perché se si riesce a trovare il giusto equilibrio tutti momenti saranno più “accesi” e intensi.


Lo so, sto scrivendo delle banalità, ma a volte è difficile uscire da certi schemi mentali, finché non interviene qualcosa che li scardini un pochino. Quest’anno per me, sono stati quei quindici giorni di totale stacco, anche con ciò che mi piace ma che forse mi stava assillando un poco.

Quindi, per questa volta, il grazie non lo dedico alla bici o alla moto, ma a tutta la mia famiglia, a mia moglie e ai miei due meravigliosi figli. Grazie!

Qualche "complemento" alla famiglia...

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