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Compagni di scuola!

Trenta (30) anni sono passati. Dalla "matura", da quella maledetta matura - per me - visto che mi ha deluso tremendamente. E ancora un po' mi brucia.


Ma non è questo il punto: sono passati più anni da allora rispetto all'età che avevo in quel momento! Eppure mi sembra ieri, al massimo l'altro ieri! Ma come è stato possibile che il tempo sia passato così in fretta? Prima dei 18 anni sembrava così lento e placido, scandito dalle tacche sugli stipiti delle porte, dalle scuole che cambiavano, i giochi che passavano... nuovi amici, nuove situazioni... eppure la voglia di crescere era tanta! Di diventare indipendenti, di diventare adulti, di fare "quello che si vuole".

Poi l'università, il primo lavoro, la famiglia e BUM: in un attimo passano 10-20 anni! Maccheccazzo?! Ma cos'è successo?

Immersi nella routine di giorni sempre più uguali e ripetitivi non ci si accorge di essere su un treno che non si ferma mai, che fa sempre meno rumore, ma che accelera sempre di più.

Sei su un comodo Frecciarossa ma vuoi tanto tornare sulla vecchia e puzzolente "littorina"!


Chiaro, non si può.


A volte però ci si può concedere un viaggio… nel tempo, nel passato: la cena di classe.

Non di "leva", ma proprio la classe del Liceo, quella della "matura" di cui sopra.

Già, perché bene o male non ci siamo mai persi di vista completamente e quando è ora di ritrovarsi è sempre una festa, un grande piacere.

Ecco, tanto per tornare sull'argomento, mi sembra di dover ancora digerire il cosciotto d'oca della cena dei "vent'anni" e invece… sono già passati dieci anni da allora! Ma no, dai, ma come? Eh, sì, sono passati 10 anni.


Comunque.


La preparazione con inviti, prenotazioni, referendum sulla data, fogli Excel, messaggi e quant'altro parte settimane prima. Si arrivano a contare fino a 26 partecipanti che poi si ridurranno un pochino, ma comunque un notevole numero di "quasi" cinquantenni. Di diversamente giovani, che una volta si chiamavano "persone di mezza età", che suona peggio che "vecchi".

Almeno un vecchio è vecchio: capelli bianchi, cappello in testa - per gli uomini - gonna lunga nera con fantasie per le donne.

Ma la "mezza età", che tristezza: vuol dire che la giovinezza è passata da mo', che i giovani ti vedono "saggio e arrivato" - cioè vecchio. L'anticamera del cappello in testa e dei capelli bianchi. Per chi ce li ha ancora. O per chi, bianchi, ce li ha… già!

Insomma, un dramma per chi, come il sottoscritto, si dà fisicamente 30-35 anni e mentalmente 8, massimo 8 anni e mezzo! (Nonostante i numerosi acciacchi che mi sussurrano sommessamente all'orecchio "VECCHIO, SEI VECCHIO, CAZZO!").


Comunque.


Alla fine si fissa la data e per andare incontro alle esigenze di tutti si prenota un pranzo.

Sì, un pranzo. Da vecchi. Il pranzo è da vecchi, come le leve dei nostri papà che immaginavi come una compagnia di uomini - donne mai, 'chè dovevano stare a casa con i figli - incravattati e ingiacchettati, attorno a queste tavolate in una qualche trattoria low-cost ad disquisire sul mutuo che stava per finire e sulla promozione bancaria che finalmente era arrivata. Ehm. Eccitanti, davvero.

Stavolta tocca a noi, quasi cinquantenni, liceali di trent'anni fa, confrontarci con il tempo che passa, guardare in faccia i nostri ex-compagni di classe per guardare dentro a noi stessi.

Ok, detto così sembra triste, almeno malinconico. Un pochino di malinconia c'è, ok.


Ma in realtà… in realtà… ci siamo divertiti un casino!

Ecco, almeno quello: NON è una trattoria low-cost!

Sì, il punto è proprio questo: nonostante il Frecciarossa - o è un TGV? - che fila come un missile, ogni volta che ci si ritrova è davvero una festa!

Almeno, lo è per me e dal quel che ho percepito, per molti di noi.

Ok, siamo invecchiati, un po' imbruttiti - per me non è mai stato un problema, brutto lo sono sempre stato! - un po' sbattuti, più o meno delusi dalla vita o al contrario "arrivati" e soddisfatti.

Noi.

Ma quando ci si ritrova, le nostre "menate" non contano: il tempo si resetta, le rughe scompaionio, una certa stupidera ci prende, tornano certi "schemi" ma ci si rispetta per come che il tempo ci ha cambiato.

Ecco: se durante quegli anni ci sono stati sgarbi e anche qualche cattiveria - gli adolescenti spesso sono degli stronzi - molti di noi hanno imparato a conoscersi meglio durante gli anni successivi e la maggior parte adesso prova solo piacere a rivedere le persone con cui hanno condiviso tante ore di uno dei periodi più belli, ma anche controversi della propria vita.

Giuro: roba "nostra", non dei nostri figli...

La magia è tutta qui: quando ci si rivede tra compagni di classe ci si sente uniti, forse anche più di allora, perchè si è cresciuti e maturati. Molti di noi hanno cementato questo rapporto frequentadosi più spesso, altri meno. Alcuni non si vedevano da più di vent'anni...

Ma credo che per tutti sia stato in qualche modo emozionante guardare negli occhi il tempo che scorre, nei volti dei compagni di classe e scoprire che alla fine non siamo invecchiati così male: siamo ancora qua!





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