top of page
  • Immagine del redattore CET

CET is Back (pistaaaaaaaaaa...)

Aggiornamento: 14 ott 2018

Mancava ancora quest’ultimo fantasma da scacciare.

A più di un anno dalla caduta in MTB che mi causò la frattura di 7 costole e 5 vertebre, oltre a una botta al collo non indifferente, tumefazioni varie, 10 giorni d’ospedale e 3 mesi di busto, dovevo affrontare l’ultima prova: la pista.


La voglia è sempre tanta, tantissima, ma qualcosa dentro di me continuava a non essere a suo agio al pensiero. Qualcosa di incontrollabile e quindi di fastidioso. Un’ombra di inquietudine da cancellare.


Un catafalco da pista !!!

E ieri, finalmente, era giunto il momento: una bella pistata al “Tazio Nuvolari” di Cervesina, insieme a due amici, durante una giornata ideale di inizio ottobre: caldo ma non troppo, sole ma non troppo, poca gente in pista; insomma, il giorno perfetto !

Nonostante tutto ero stranamente tranquillo e rilassato. Non mi aspettavo di girare chissà come – non ho nemmeno affittato il transponder – ma allo stesso tempo temevo di non trovare più quella fluidità e quindi quella velocità che ti concede solo una mente completamente sgombra da cattivi pensieri.

In pista non si passeggia: si dà del gran gas e se sei abituato a buone prestazioni, accetti con difficoltà eventuali “cali” dovuti a brutte paure…


Una volta entrato nel paddock non sentivo particolare tensione: né esaltazione né paura. Solo tranquillità e comunque la voglia di provarci. Strano: tutte le volte che entro in pista c’è sempre un po’ di timore reverenziale, soprattutto quando sento gli altri sfrecciare a 250 all'ora sul rettilineo…

Ieri invece, fino all'ultimo, mi sentivo più “distaccato” del solito, come se quel nastro d’asfalto al di là del muretto non mi riguardasse. Forse un meccanismo di protezione ? Forse.


Dopo un panino leggero, smontai gli specchietti, regolai le sospensioni, e portai la pressione delle gomme al giusto livello. Tenni al oro posto la targa e il dbkiller (che persi lungo il tracciato dopo tre curve…)

Poco dopo le 14 finalmente si diede fuoco alle polveri !

Continuavo ad essere estremamente tranquillo. Le prime curve andarono via lisce. Il ritmo era blando. Dovevo scrollarmi di dosso la ruggine, tanta ruggine. E ci sono andato con calma, senza forzare.

E’ stato un riprendere confidenza con la velocità, con l’aderenza esagerata dell’accoppiata gomma in mescola/asfalto gommato, con riferimenti e pieghe lontani anni luce dalla strada.

Come mi aspettavo il primo turno scivolò via abbastanza lento, feci un po’ di fatica a ritrovare il ritmo e le traiettorie spesso erano sbagliatissime. Quasi non mettevo il ginocchio a terra.


Poco male: dopo un utilissimo briefing con uno dei responsabili dell’organizzazione – nonché pilota molto veloce – mi ributtai in pista.


Andò molto meglio !


Le staccate cominciavano ad essere più incisive, le pieghe diventavano sempre più esagerate, le traiettorie giuste mi aiutavano tantissimo a riaprire prima il gas e a fare tanta strada in più.

La mente continuava ad essere estremamente lucida, la confidenza con la pista cresceva esponenzialmente giro dopo giro e all'uscita del secondo turno mi ritrovai quel bel “sapore” di velocità e controllo che non provavo da tanto tempo !!


Ero tornato !


Nei turni successivi mi sentivo sempre meno in affanno con le staccate e riuscivo a rimanere più lucido. Continuavo a spingere, finché la stanchezza fisica e qualche ”lungo” di troppo mi fecero capire che stavo arrivando al mio limite. Soprattutto avevo qualche problema con le mani: dopo qualche giro facevo fatica a frenare forte e ad usare la frizione… certo che un bel cambio elettronico…


Fondamentalmente mi mancava l’allenamento specifico per la pista, ma non avevo perso la velocità e questa era la cosa più importante per me. Riuscivo ancora a divertirmi e a prendermi diverse soddisfazioni come un tempo.


Chiaramente tutto è in rapporto al mio livello, cioè quello di un amatore da due pistate all'anno che gira con un catafalco da 230 kg con tanto di fari, frecce, targa…

Il mio amico che montava un cronometro GPS e con cui mi sono fatto diversi giri praticamente insieme, ha fatto registrare un best di 1:34… non male per le nostre carrette !


Ho girato parecchio e ho patito tanto il ritorno a casa rigorosamente in moto: non vedevo l’ora di parcheggiare la moto nel box e di farmi una bella doccia.


Il giorno dopo mi sento più leggero, sento di aver tolto di mezzo l’ultima ragnatela che mi infastidiva i pensieri. Il bello è che è stato più semplice e naturale del previsto.


CET is back !


Un vecchietto da pista !!

L'onore di essere citato sul profilo Instagram del fotografo di pista:



E qui sotto, il video di uno dei turni, con inizio lento dietro alla SuperSport di un mio amico, che poi passo per cambiare ritmo:



...e questo dovrebbe essere il mio best:



17 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

S1000R

Post: Blog2_Post
bottom of page