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“Ma che freddo fa stamattina…??!!”
Aspetto di essere in piena campagna, nel buio più buio, e consulto il ciclo-computer: 3 gradi !!
Porca pupazza ! Tre giorni fa, a metà mattina, sono uscito “estivo” – maglia e ciclisti corti – con 23 gradi e stamattina – presto, molto presto - 3 gradi ! E pure “umidi” !!
Ovviamente non sono coperto come avrei dovuto e patisco più freddo del previsto, ma, insomma, alla fine la pedalata antimeridiana va più che bene: buona forma, buona gamba, sentiero sull'Adda senza la scocciatura dei cacciatori – visto che il martedì la caccia è chiusa – ma soprattutto con dei paesaggi che solo la stagione invernale, o tardo-autunnale, riesce ad offrire.
Eh sì, perché alle 6:43 precise sono in sella, così dice la “telemetria”. E per mezzora buona, in queste ultime giornate prima del passaggio all'ora legale, è buio pesto.
L’oscurità è bucata dalla lampada “cinese” a tre led, sperando che la batteria regga… ma di solito regge, regge… e se non reggesse mi ritroverei al buio totale in piena campagna, aspettando le prime luci dell’alba…
Si parte e si incontrano solo i pochi pendolari davvero mattinieri, i netturbini… attraverso il centro insolitamente DESERTO… in piazza al massimo trovo i furgoni del mercato, se è il giorno designato.
Scendo verso il ponte dell’Adda, con la luce dei lampioni che di lì a poco lasciano spazio ai lampioncini della ciclabile sterrata in direzione Boffalora. Finché taglio verso la cava e finalmente mi ritrovo solo, in mezzo alla buia campagna, con i conigli che saltellano intorno e spesso mi attraversano la strada, come per sfidarmi.
Ogni tanto qualche gatto, un fagiano, qualche altro uccellino indefinibile.
Pedalo tenendo un rapporto agile, per scaldarmi… in tutti i sensi…
E’ sempre buio, buio pesto.
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Finalmente dietro di me la luce rosa dell’alba comincia a fare capolino tra i piloni dell’elettricità.
Mi fermo come consueto a scattare qualche foto con la mia fida Nikon P300.
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Poi proseguo immerso nell’oscurità, visto che mi sto dirigendo verso nord-ovest.
Dopo una decina di chilometri abbondanti i primi bagliori illuminano la campagna di luce naturale e una sensazione come un piacevole abbraccio, mi avvolge.
C’è anche un po’ di foschia e molta umidità che dà fastidio quanto e più del freddo, ma è sopportabilissima e la gamba, anche stamattina, gira bene.
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Arrivo al ponte di Spino d’Adda con il buio che ha lasciato il posto alla luce che, pur fioca, è ormai quasi sufficiente per pedalare in sicurezza. Decido di tenere accesa la lampada ancora per qualche chilometro finchè, giunto al canale Vacchelli, la spengo.
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Mi fermo per altre foto e torno indietro. Decido di fare lo stesso percorso dell’andata, con alcune deviazioni divertenti, come i “bumpers” che si incontrano a metà strada.
Solo dopo 22-23 km il sole decide di affacciarci tra gli alberi alla mia sinistra.
Lo vedo salire piano piano… aspetto il momento giusto e mi fermo per l’ennesimo scatto.
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In pochissimo tempo da rosso scuro diventa arancione e poi giallo, illuminando di taglio la campagna che ancora non è brulla come in pieno inverno: spettacolo ! Come sempre la levataccia e la fatica ne sono valse la pena !
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Le gambe continuano a mulinare, stavolta spingendo un rapporto più lungo, innestato sulla moltiplica più grande. A tratti le velocità sono quasi da “asfalto”, anche se verso la fine decido di non esagerare: dopo la pedalata il lavoro – a Milano – mi aspetta…
Esco dal “Parco Sud”, passo di nuovo di fianco alla cava e stavolta sono davvero sull'asfalto.
Decido di allungare un pochino la strada del ritorno e arrivo a casa ancora abbastanza “fresco”.
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Un minimo di stretching, una doccia veloce, la solita barretta proteica e via a lavoro, con l’MP3 che alla partenza segna 9:17… ops… stavolta non ce la faccio a timbrare per le 10:00… proviamoci… decido di fare la tangenziale Ovest, sperando di trovarla sgombra, vista l’ora… ma non è detto…
Parto a fionda, guido un po’ sopra le righe e alle 9:56 sono nel cortile dell’ufficio, alle 9:58 timbro !!!!! E’ quasi record !
E via con la “solita” giornata di lavoro, ma con le gambe gonfie di quella quarantina di chilometri che mi hanno ancora regalato lo stupore di un’alba invernale, o quasi…
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