Torno a parlare di bici, di Mountain Bike o MTB come scrivono quelli “veri”.
Dopo un mese abbondante di clima monsonico per l’acqua che è venuta giù, finalmente ieri e l’altro ieri sono stati due giorni di tregua, due albe MERAVIGLIOSE, un pochino “freschette”, ma senza pioggia e senza nebbia, belle terse e con colori da sballo.
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Sì, peccato che avessi la bici dal ciclista, con il movimento centrale grippato!
Primo giorno utile: stamattina.
Risultato: nebbione infame, ghiaccio ovunque, temperatura a –2.
Il mio solito culo.
Me ne frego e punto la Muzza, ma appena svolto a sinistra per seguire il canale, mi accorgo che se proseguo rischio di finirci dentro: tra il buio e la nebbia riesco a malapena a vedere la ruota davanti...
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Bene!
Decido che farmi un bagno a –2 non è il caso e torno indietro: in Lodi la situazione non è così male, solo un po’ di foschia. Decido di attraversare la città e puntare al solito sentiero lungo l’Adda.
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Appena esco da Lodi la coltre ghiacciata non ne vuole sapere di calare. In compenso le prime luci dell’alba mi aiutano a stare almeno sulla ciclabile verso Boffalora, larga e “comoda”.
Allungo fino al piccolo centro abitato e, confidando che la situazione sia un pochino migliorata – nel frattempo sono passati quasi tre quarti d’ora - cerco il passaggio, mai fatto, che dovrebbe portarmi sul solito sentiero sul fiume.
Incredibilmente – visto il mio “innato” senso dell’orientamento... - lo trovo al primo tentativo e con mia somma gioia lungo l’Adda si può pedalare decentemente.
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Il freddo è pungente e ogni volta che tento un allungo un po’ deciso rimango con il fiatone per parecchio tempo.
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Non c’è niente da fare, con queste condizioni non si può esagerare: meglio godersi i colori meravigliosi che finalmente cominciano a filtrare tra la nebbia, sfumature intense violacee che si mischiano ad un blu deciso, mentre l’arancio del sole comincia a filtrare tra gli alberi.
È sempre uno spettacolo!
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Ad un certo punto devo togliermi gli occhiali, ormai sporchi di nebbia e gelo.
Pedalando, il ghiaccio si è formato un po’ ovunque: sui guanti, sul casco, sulla bici e tra le ciglia rimaste scoperte.
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Gli ultimi chilometri sono fastidiosi per il sudore che tende a farmi percepire più freddo di quello che realmente è, ma ormai sono quasi a casa e i colori sempre più intensi mi iniettano le ultime stille di adrenalina nelle gambe che mi aiutano nelle ultime pedalate.
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Sono in cortile dopo circa 34km, non molti in assoluto, ma piuttosto duri con un clima del genere.
Adesso mi aspetta una doccia veloce e i soliti 40km abbondanti in scooter verso l’odiata Milano, nel traffico caotico di camion, auto e quant’altro, a prendere ancora un bel po’ di freddo ma rinvigorito e anche un po’ fiero per l’ennesima uscita un po’ pazza.
Ma prima o poi arriveranno i rulli, molto meno “romantici”, ma decisamente più pratici... almeno nelle giornate più infami...
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