È da un bel po’ di tempo che pensavo di farlo.
E alla fine la proposta è arrivata dal mio vicino di “box”, a cui anni fa avevo "attaccato" la malattia della bici. Francesco ci ha preso gusto, tanto da allenarsi con costanza e a proporre una data certa per l’"impresa". Che in realtà è un giro un po’ più lungo del solito, visto che siamo sull’ottantina di km, di fuoristrada leggero e con l’intenzione di farli a mo' di passeggiata, con tanto di sosta pranzo.
Quella almeno era l’idea.
Ma partiamo dall’inizio.
Subito una “defezione” importante colpisce il gruppo: Antonio, uno dei sostenitori più accaniti, deve mollare per motivi di lavoro. Accidenti, doppio accidenti, triplo!
Rimaniamo in quattro, i fantast... sì, vabbè.
Il sottoscritto, Francesco, il “solito” Gianpaolo e il “veterano” Adelio, 70 anni e non sentirli. Pure troppo. Nel senso che è di gran lunga il più allenato, motivato e grande conoscitore del percorso, che ha già battuto diverse volte.
È proprio Adelio che qualche giorno prima della partenza si incarica di acquistare i biglietti di andata del treno, prenota la trattoria – in quel di Rivolta – e rassicura gli astanti che sarà una “passeggiata”, da prendere con calma, giusto per godere del paesaggio e della compagnia.
Sì.
Stocazzo.
Ma - attenzione - non siamo ancora saliti in bici.
Sì perché per una volta in vita tua decidi di preparare tutto per benino il giorno PRIMA della partenza: bici lavata e ingrassata? OK! Check con svuotamento SD e caricamento batterie di fotocamere e telecamerine? OK! Pulizia e preparazione “camel bag”? OK! Preparazione indumenti la sera prima per non svegliare il resto della famiglia? OK!
Eccitato per l’emozione, la notte che precede il giro dormo poco e male.
In ogni caso mi sveglio di buon'ora – il treno parte alle 7:15 da Lodi – ingurgito una colazione abbondante, riempio di acqua-mista-sali la “camel bag”, la appoggio sul tavolo in modo da aggiungere agevolmente barrette, fotocamera, spicci vari, telecamerina, e cazzabuboli sparsi.
In perfetto orario mi dirigo in bagno e finisco di prepararmi.
Torno in cucina eeeeeee..........
Nel giro di pochi secondi chiamo a raccolta un vasto assortimento di santi e madonne provenienti da tutte le religioni conosciute... là dietro intravedo anche uno stranito Vishnu: la sacca della camel bag, probabilmente chiusa male ha inondato di liquido appiccicoso tutta la cucina!
Alzo la bastarda che grondante mi sbeffeggia... altri santi... che cominciano a stare strettini... ‘chè la mia cucina è piccola, eccheccazzo!
Sputando madonne, afferro il RotoloneRegina™ e cerco di asciugare l’asciugabile.
E adesso dove minchia metto tutta quella roba?
Che tra 2 minuti netti devo essere in box?!
Mi porto giù la saccabottana e mentre rendo partecipe tutto il palazzo, ancora semi-addormentato, della mia vasta conoscenza in campo religioso, risveglio i miei due neuroni e decido di riempire le tasche della ciclo-maglietta con tutto quello che riesco a ficcarci dentro e di farmi bastare la borraccia, sperando in frequenti soste di rifornimento idrico.
Nel frattempo arrivano anche Francesco, Adelio e Gianpaolo, rendo “religiosamente” edotti pure loro, e ancora con la bava alla bocca a mo’ di pinscher nano inferocito, ci dirigiamo verso “Lodi-stazione di Lodi” per caricare noi stessi medesimi e i nostri potenti mezzi meccanici sul treno che ci porterà a “Lecco-stazione di Lecco”.
Sulla banchina ferroviaria mi accorgo che durante la “meditazione olistica” ho scordato (o perso) i 50 euro in contanti necessari per rimborsare Adelio e per pagare il pranzo! Insomma, la solita partenza in impennata: i primi selfie idioti mi vedono scuro in volto e con il dito medio sventolante.
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Ma adesso basta: sciolgo la riunione religiosa e cerco di rilassarmi!
Finalmente si parte da Lecco con il canonico quarto d’ora di ritardo di Trenord, ma poco male, per una volta non abbiamo fretta.
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Il clima è perfetto, il lago di Garlate ci accoglie con la sua bella ciclabile; bisogna solo stare attenti a non fare troppo i coglioni – come, di fatto, faccio sempre – visto che è piuttosto battuta. Anche da una certa interessante fauna locale che ovviamente IGNORO.
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Pronti via, dopo 5km siamo già fermi al bar per il primo caffè (e cornetto ripienissimo di Nutella) e il primo problema teNNico a quel catafalco di bici che è la Lefty di Gianpaolo. Per fortuna niente di grave e si riparte.
Ricordate i buoni propositi di Adelio?
I 15 all’ora di media?
La passeggiata paesaggistica?
La chiacchierata pedalante?
Uno stracazzo! Tempo 0 e stiamo veleggiando allegramente a 28 all’ora.
Dopo 4-5km, il volto paonazzo e lo sguardo perso nel vuoto di Francesco mi inducono a raggiungere il “pensionato” e a chiedergli se ci vuole tutti morti e in quanto tempo...
Ottenuto il suo momento di gloria e di rivalsa sulla “gioventù” smidollata, Adelio torna su più miti propositi – per il momento.
I primi 20-25 km passano in scioltezza, sparando minchiate a raffica e allietati dal cigolio sinistro della “solita” Lefty. Ci riempiamo gli occhi e i polmoni di lago, Adda, Martesana, e di quant’altro la natura oggi ci sta offrendo. Bello, bello, bello!
Come non citare “Brivio, il paese più bello del mondo... il paese di Massimo Brivio, fratello di Davide”?
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Ma di lì a poco ci aspetta la prova più dura della giornata – porconi mattutini a parte: un’aspra salita necessaria per evitare un tratto franato.
Come nella più classica delle Weaky Races, parte la bagarre: Adelio in testa, si lascia clamorosamente distrarre da alcune buche, mette il piede a terra e non riesce più a guadagnare la sella, costretto così a ripartire a piedi: eliminazione clamorosa! Si fa sotto Gianpaolo, che pian piano affianco e supero quando le percentuali salgono, sfiorando il 19%. Francesco, sornione, rimane dietro, conscio che il suo peso e la sua altezza - nonché il cancello che monta – non sono proprio adatti a quello strappetto diabolico.
Alla fine nessuno muore e si può ripartire per la vera, prima meta: IL PRANZO IN TRATTORIA!!!!
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Ma prima ci aspetta una sosta intermedia di sgranocchiamento barrette e affini, sulla pittoresca darsena della diga di Trezzo d’Adda: altro check teNNico per la Lefty e altra salitina – questa meno dura – da affrontare.
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E adesso ci dirigiamo davvero verso la pappa: a qualche chilometro da Rivolta, Adelio ingrana per l’ennesima volta l’iperguida e al ritmo di 30 e passa orari (con volata finale ai 35) semina il panico tra gli inseguitori. Ma ormai ci siamo: proprio a due passi dai dinosauri ci aspetta un bel tavolino all’aperto per il meritato pranzo.
Primo – secondo - caffè - ammazza caffè. Alcuni temerari ingollano birra come se non ci fosse un domani.
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Alla ripartenza – mancano una trentina di km all’arrivo - il taleggio del risotto e le patate di contorno sono in rivolta (non d’Adda) nel mio stomaco. Tengo duro, anzi, dopo il Vacchelli – ormai la strada è quella di casa – mi sparo a manetta la “collinetta”.
Francesco e Adelio ci staccano; io resto con Gianpaolo che è in crisi di zuccheri: nessun problema, si mangia l’equivalente in barrette e “gellini” di 3 vasetti di miele e riparte di slancio.
Ultima sosta ghiacciolino alla “cava” – ora fa molto caldo e ci voleva proprio! – ormai a pochi km da casa, giusto per non rientrare troppo presto e per sparare le ultime cagate della giornata.
All’arrivo siamo stanchi ma non distrutti, anzi, propongo una deviazione per vedere gli “80” sul computerino. Alla fine saranno circa 84, i chilometri.
In cortile, nessuno ha voglia di tornare subito nei propri appartamenti, così mi offro per un lavaggio bici: non sono esattamente l’equivalente di una “sexy washer”, ma alla fine le bici sono presentabili.
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Il giro è piaciuto a tutti e subito viene ventilata la proposta di bissare a settembre: claro che sì!
Ci si vede tra un paio di mesi!
Compresi i 2-3 ciclisti che hanno paccato il primo appuntamento!
Qui sotto il "Relive" del tracciato:
...il link a STRAVA:
...e il filmato completo!
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