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L'inglesina

Ancora adesso, mentre sto scrivendo, non mi sembra vero: l'ho fatto, ho riempito il "buco" nel box con lei, la moto che ho sempre avuto nel cuore, ancora prima della Griso... la Street Triple!

Ok, non è l'ultima, dirompente, leccata, sfavillante e superaccessiorata RS: il budget era quello che era.

L'inglesina in una foto "ufficiale"

Ma ho scovato una bella R, una 2014 ABS: mi guardava su "Subito.it" con quei suoi occhioni languidi e soprattutto... il prezzo era allettante!

Così chiamo il proprietario, di Milano, e il giorno dopo passo a vederla: era lì che mi aspettava sullo spartitraffico di un vialone, che mi scrutava dall'alto verso il basso con sufficienza "british" mentre mi avvicinavo con il mio catafalco... quello a tre ruote...

Eccola a Milano. Notare sullo sfondo... il Tripè!

Tra me e il proprietario Paolo, nome di pura fantasia ovviamente, scatta una buona intesa e dopo una velocissima trattativa ci accordiamo per la vendita l'indomani!

Passo la notte tra i sensi di colpa e l'eccitazione di mettere le chiappe su una delle mie storiche fisse, come se all'improvviso quella ragazza a cui sei sempre stato dietro si materializzasse e ti chiedesse di uscire. Beh, insomma, non proprio... dopotutto sono un uomo sposato! Ma insomma... ci siamo capiti...

Il fatto è che, lento come sono nelle decisioni, non mi aspettavo di concludere istantaneamente l'affare: questo è il risultato di rimanere qualche giorno in casa da solo, mentre moglie figli sono dai parenti in un'altra città...

Per farla breve nel giro di poche ore sono proprietario di una fiammante inglesina trecilindri, la pluriosannata Street Triple R, quella che da tutte le riviste del globo terracqueo è sempre stata definitiva la miglior nuda sportiva di media cilindrata: non ci credevo e non ci credo ancora adesso!

Le prime foto da proprietario...

Sto esagerando? Forse.

Avevo provato più volte l'ultima incarnazione, la già citata RS, che mi aveva fatto innamorare: non avessi avuto la Griso... chissà...

La Street nella sua (pen)ultima incarnazione: RS e 765, immortalata nella mia prima prova su strada...

Ma questa bastardella albionesca come va? E' davvero come la descrivono?

Parto con il pippone vero e proprio: siete pronti?

Via!

Premetto che sono abituato, assuefatto e innamorato di una motorona da 240Kg e con un interasse camionesco da 1550mm... insomma, non proprio un Ciao!


Salgo sulla Street e mi ritrovo decisamente "sotto" ad un manubrio relativamente stretto e per niente scomodo, le pedane sportiveggianti ma neanche tanto, i fianchi stretti e una sella relativamente comoda. Quest'ultima piuttosto ha una certa tendenza a spingerti contro il serbatoio e sulle prime ci devi fare l'abitudine.


Avvio il motore che parte all'istante, senza gli scuotimenti a cui sono abituato; lo scarico è quello originale e al minimo frulla "quasi" come un quattro in linea, non fosse per quel tipico "fischio" e per un incedere rauco e leggermente zoppicante. Via la prima e si parte: il motore "prende" subito, fin dai bassissimi regimi. Mi stupisce un freno motore deciso e un certo on-off alle piccole riaperture, niente di trascendentale comunque.

Mi muovo guardingo e ritrovo le stesse sensazioni già provate con la nipote RS: moto facilmente interpretabile, molto "neutra" anche alle bassissime andature e che richiede pochissimo impegno psico-fisico.

Snocciolo le marce e mi ritrovo a cercare la settima, l'ottava, la nona... insomma, mi devo riabituare ai regimi di un plurifrazionato: ecco, per andare a spasso e godersi un giro soft nella puzzolente campagna lodigiana, un grosso bicilindrico rimane insuperabile, per il borbottio che viene da là sotto e per l'impressione di veleggiare su un grosso catamarano da terra...


Faccio scaldare per bene il motore, che entra velocemente in temperatura, e giro il polso destro con più decisione: cazzarola se spinge!

La nuova 765 ne ha di più, certo, ma anche la piccolina non scherza: la curva di coppia è molto piatta, il motore spinge sempre, non entra mai in coppia con violenza, al contrario è sempre molto molto progressivo e pronto alla risposta del gas. Mantiene una certa dose di "ruvidità" meccanica e qualche vibrazione ai regimi più alti, ma niente di veramente fastidioso. Non è per niente un motore "isterico" - incredibilmente la Griso sembra più incazzata in alto... - ma "sostiene" sempre: anche in sesta dai bassi regimi riprende con una certa "fermezza", tanto che nei sorpassi non serve quasi mai scalare marcia.


E il telaio?

Ecco un altro protagonista indiscusso. In poche parole: va fortissimo con poco sforzo! La guida è sempre intuitiva e neutra, entra in curva velocemente ma senza "cadere", va alla corda con rapidità ma senza mettere in apprensione e soprattutto lo sterzo si mantiene sempre fermissimo, un compasso ad ogni andatura!

Piuttosto sulle prime sorprende, esattamente come sulla 765, il mono che sembra quasi sfrenato sugli avvallamenti un po' pronunciati: in realtà copia molto bene le imperfezioni, contribuendo a mantenere il manubrio sempre fermissimo e un assetto irreprensibile.

Così mi ritrovo quasi subito a metterla alla prova e più vado forte e più sembra dirmi "ehi, ci vuole ben altro!"... getto ogni tanto gli occhi sulla strumentazione e rimango basito di come dalla prima uscita percorro le curve alla velocità della Griso - che conosco come le mie tasche - piegando la metà... Quanto margine ho ancora??


Difetti?


Una sella che, seppur relativamente comoda, tende a spingere verso il serbatoio. Devo farci l'abitudine, niente di ché.

Devo riabituarmi ad un motore che frulla sempre in alto: almeno c'è il contamarce, così evito di cercare perennemente la sesta...

Altri difetti veri e propri non li trovo. Il colore non mi fa impazzire ma a rifarle il trucco c'è sempre tempo.


E la Griso?


Rimane nel box, ovviamente.

Sotto sotto rimango un guzzista e quella maledetta cicciona mi ha rubato il cuore.

Resta incredibile come una moto così lunga e pesante riesca ad andare così forte anche in pista!

Per il momento vince ancora per il suo fascino e per quell'incedere arrogante e spavaldo quando trotta alle andature medio-basse: il rombo gutturale del twin mandelliano rimane la migliore colonna sonora per le giornate "no", quando cerchi un rifugio dopo gli scazzi al lavoro o per liberare la testa dalle ombre che ogni tanto ti perseguitano.

Insomma, sono due nude, certo, con una potenza simile ed entrambe di grande carisma, ma rimangono due moto profondamente diverse.

Che bello averle entrambe!


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