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Oltre gli 8000...

Aggiornamento: 13 mag 2022

Ieri mattina ho finalmente cambiato le gomme all'inglesina; i primi chilometri a passeggio per togliere la cera e qualche primo timido accenno di piega, poca roba, visto che le strade erano le solite trafficate del ritorno dal lavoro.


Ma avevo voglia di mettermi un po' alla prova, per capire se sono degno di tanto potenziale bellico.

Così oggi ho sfruttato l'oretta scarsa di pausa pranzo - il mio tempo nel we è sempre limitato - per rimettermi la tuta e fare un po' di piacevole sauna, vista l'umidità di questo 3 luglio.


Ok, dopo quasi tre anni, la tuta mi sta ancora a pennello.

Nei primi chilometri mi rendo conto di quanto sia figo girare in tuta: a parte il caldo - ma almeno è traforata e un rivolo d'aria passa - c'è la piacevolissima sensazione che nulla sbatacchia, nulla ti distrae, ti senti al sicuro avvolto nel bozzolo di pelle spessa.


Mi accorgo che lo stivale sinistro interferisce leggermente con il paratacco e che la leva del cambio è un po' troppo bassa, ma nulla di trascendentale.

Scaldo le gomme e mi preparo sulle solite curvette: ma quanto traffico - di rincoglioniti - c'è alle 2 di pomeriggio del sabato???


Riprendo un attimo le misure con uno stile di guida un po' più aggressivo ed "estremo" del solito e... sgraaaat, la saponetta sinistra!

Alzo un po' il ritmo, soprattutto entro in curva un po' più forte e mi fido delle nuove Dunlop TT che mi trasmettono un buon feeling: non particolarmente "veloci" nel scendere in piega ma sempre progressive e performanti; in ogni caso sono ancora lontano dal loro limite.


Provo una progressione a gas spalancato dalla seconda marcia e scopro il volto cattivo e graffiante di questa motina: rimango con l'anteriore a 2cm da terra fino ai 160 all'ora, quando mi trovo davanti il curvone, mi ci butto dentro e pur senza arrivare a pieghe da capogiro, vedo scorrere sul dash-board cifre da strappo patente...


Più vado forte e più il lato "sinistro" di questo mostriciattolo mi incita a spingere.

Rimanendo sotto gli 8000 giri, è una moto che va già forte senza impegnare, con un aplomb che a volte cozza con le sue misure quasi anoressiche: l'ho già detto tante volte, non è guizzante e nervosa come una KTM 890 per dire, anzi per chiudere forte le curve esige una guida un po' tecnica; non che sottosterzi o che sia lenta, tutt'altro, ma per ottenere il meglio bisogna guidarla spostando il sedere dalla sella: allora ti ripaga con una stabilità e una capacità nel tenere la linea da moto più "specialistica".


Apri il gas e lei rimane lì, imperturbabile.


Superati gli 8000 giri è come se si aprisse un nuovo orizzonte, i riflessi si devono adattare velocemente perché la moto fa strada accompagnata da un urlo lacerante e le cambiate del quick-shifter non fanno altro che amplificare la sensazione che il resto dei veicoli stradali stia viaggiando alla moviola: perché vanno tutti così piano?


Entro in un tunnel di adrenalina che mi fa dimenticare il ginocchio sinistro dolorante e gli acciacchi che ultimamente mi infastidiscono. Ecco: è una macchina del tempo, mi ha fatto tornare la voglia di pista, di rimettermi alla prova nel suo habitat naturale; sì perché, insieme alla Tuono, rimane l'unica nuda che in pista si trova realmente a suo agio.


In strada ho solo provato a solleticarla e mi ha risposto in maniera arrogante e perentoria, mi ha fatto sentire piccolo di fronte a tanto potenziale, ma allo stesso tempo mi ha spronato a sfruttarlo, a provarci, perché lei non è isterica e se la rispetti ti accompagna e ti porta a livelli che non immagini.

In poche parole dopo gli 8000 viene fuori una moto da pista, non dico da corsa, ma poco ci manca.

Ci si può accontentare di andare semplicemente forte, oppure la si può portare in pista e toccare con lei sensazioni da Moto2 a cui, guarda caso, ha donato il cuore!

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