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  • Immagine del redattore CET

Pedalando in estate...

Per un profano l’estate potrebbe apparire come la stagione ideale per il ciclista: basta freddo, basta pioggia, si può uscire leggeri, braghe corte, pantaloncini corti, finalmente !!


Eh, non proprio, non sempre.


Quest’anno, dopo un inverno molto mite, si è passati ad una primavera piovosissima fino ad arrivare ad un maggio insolitamente freddo. Non mi sono fermato, eh, giammai! Ma anch'io, come tanti, attendevo un innalzamento delle temperature e un clima un po’ più stabile.

Così, nel giro di pochi giorni, si è passati dai 15 gradi piovosi e ventosi di fine maggio ai 40 gradi torridi e afosi di giugno!

Villa Litta !

Ecco che la “classica” uscita mattutina, quasi disumana in inverno, diventa la mia salvezza!

Anzi, in questo periodo punto la sveglia una mezz'ora prima, in modo da partire ancora più presto: tanto di luce ce n’è già in abbondanza per sfruttare le temperature ancora miti.

Tra i vigneti di San Colombano

E poi uso la mia fantastica MOON, ovvero la bici da corsa cucitami “su misura” dal grande Stefano Pasquini di Bagnolo Cremasco. Con essa posso spingermi fino a San Colombano, sfidare un paio di salite e tornare ancora in tempo per poi arrivare in ufficio in orario perfetto.


E sì, con queste condizioni pedalare è veramente un piacere: non è più un problema sudare – in inverno il sudore rischia di ghiacciarti addosso… - e anche la “preparazione” prende meno tempo. Tutto è più easy, senti finalmente il vento sulla pelle, le gambe girano più libere, e l’aria gonfia i polmoni senza ghiacciarteli…

Insomma, si fa molta meno fatica e ci si gode di più la pedalata.

Mancano i colori stratosferici di certe albe invernali… ma possono aspettare!

Sullo sfondo la Muzza, compagna di tante uscite invernali in MTB

Per ora mi godo i 22 gradi – sempre afosi – delle mattine estive e le sgroppate veloci sulla bici da corsa, con le gambe che si gonfiano e la velocità quasi sempre oltre i 30 all'ora, le salite più o meno dure e le discese a tutta.


E poi, solo in estate ci si riesce ad allenare per bene, potendo spingere senza il timore di collassare per il freddo. Semmai è difficile “controllarsi”: poi ho altri 40 km in scooter verso la trafficata Milano e una giornata di lavoro in ufficio e se mi faccio prendere dalla foga rischio di stramazzare durante la giornata!


L’alternativa sarebbe di recarsi a lavoro in bici ma purtroppo non abbiamo una doccia. Oppure caricare la bici in treno e tornare pedalando… già provato, ma più macchinoso e alla fine i 10 chilometri di traffico milanese non li ho mai digeriti.

La follia di Milano...

Meglio godersi la tranquillità della campagna lodigiana, con le sue risaie, le mucche che ti guardano di sottecchi mentre sfrecci sferragliando, i conigli che rischi sempre di centrare, le rotoballe che ornano i campi gialli tagliati di recente, i canali e le rogge che scorrono placidi di fianco a te e che ti fanno compagnia con i loro gorgoglii.

Incontri più o meno ravvicinati

E poi torni a casa un po’ stanco, ma rivitalizzato. Ogni volta ti chiedi fino a quando “reggerai”… l’età avanza… i tanti acciacchi si fanno sentire.

Sguardo soddisfatto !

Per ora ti basta aver concluso l’ennesima sfida. Con te stesso si intende.

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