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Terapia di gruppo

Quasi quattro anni di attesa: un po’ per il COVID, un po’ per problemi “organizzativi” un po’ per pigrizia, tanto è passato dall’ultima pistata, a Cervesina - con la Griso - in cui mi sono divertito parecchio (quella successiva di Franciacorta con cardano tritato nei primi giri del primo turno non la conto nemmeno…).


Stavolta è toccata alla nuova arrivata: l’inglesina bastarda che tanto mi ha impressionato su strada è finalmente scesa in pista.

Ad accompagnarmi due colleghi, di cui un “neofita” della pista e l’altro con un’altra Street 675 presa da poco e da “sgrossare”. Insomma, uno “shake down” per tutti. Il più giovane, il sottoscritto, nonostante i 50 (cinquanta!!!) anni il prossimo settembre.

GA / ReSSin tim

Abbiamo scelto una pistina “easy”, abbastanza vicina, che non richiede prenotazione, che costa poco e che ti permette di divertirti senza raggiungere velocità fotoniche: Castelletto di Branduzzo.

Molto tecnica, quasi “monomarcia”, a parte il breve rettilineo, ma che non perdona se sbagli traiettoria.

Questa “prima volta” è stata più un ritrovarsi con gli automatismi della pista e una sfida a “ricominciare” con una moto molto diversa da quella che mi ha accompagnato per più di 10 anni.

Quindi tempi e le linee perfette, per il momento, possono aspettare!


Com’è andata?


Alla grande!

Abbiamo scelto l’ora e mezza del serale del mercoledì, dalle 17:30 alle 19:00 anche per via del caldo soffocante di questi giorni... e abbiamo fatto bene, anche se il fresco è un’altra cosa, eh!

Ho completato 3 “run”: nel primo ci ho capito poco e niente, nel secondo ho cominciato a fare bene metà delle curve, nel terzo cominciavo a sciogliermi ma sul più bello il gioco è finito!


Quindi, impressioni!

Premessa: giravo con una Street Triple RS MY2017 totalmente di serie a parte due “mozziconi” di pedanine cinesi montane al posto delle originali, per non rischiare di strisciarle, visto che costano un botto.

Ho seguito il setup delle sospensioni consigliato dal libretto di manutenzione e ho dato un mezzo giro di precarico al mono, giusto per alzare un pelino il posteriore.


La moto è come me l’aspettavo: veloce e intuitiva anche se non fulminea nei cambi di direzione, insomma va “guidata” quasi come una sportiva. Certo, il manubrio alto aiuta, eccome! Ovviamente è più svelta della Griso a prendere la corda, ma più per una questione di interasse che di peso.

In compenso è sempre molto “composta”, non si muove anche quando si esagera magari con un ingresso in curva mal calcolato o su certi brutti avvallamenti; tiene benissimo la linea e si fa correggere in traiettoria con una certa malleabilità: ciclistica da vera sportiva, ma “facile”.


Il motore è veramente fantastico: non dirompente ai bassi come le varie duke 790 e 890 che mi lasciavano al palo nei primi metri, ma con un allungo e un sound.... che sound il triple!!!!

Gas sempre “morbido” e vellutato con un ride by wire a punto e un on-off quasi inesistente; molto meglio della “vecchia” 675 che ho avuto per alcuni mesi e anche di quella dell'amico che girava con me, che lamentava proprio una risposta del gas troppo “brusca”. C’è da dire che la sua è “pronto pista”, con scarico completo, centralina, ecc... quindi c’è ancora del margine di miglioramento e comunque è poco confrontabile con un esemplare di serie.


Ma la vera sorpresa del “pacchetto tecnico” sono state le gomme: le Dunlop TT montate ormai più di un anno fa, quindi non proprio freschissime, hanno retto alla grandissima. Certo, il TC – in modalità “track” - avrà aiutato la posteriore, ma anche l’anteriore non mi ha mai fatto brutti scherzi, tanto che mi sembrava di girare quasi con una GP Racer... Super promosse!


E il “pilota”?


Devo dire che guidare in pista è un po’ come andare in bicicletta: una volta che hai imparato, non lo dimentichi più! Dopo tre curve ritrovi lo “stile” e dopo un paio di turni più o meno la “velocità”, che era e rimane quella che è. E questo è già positivo.

Ho retto discretamente il caldo e l’unico fastidio è il solito ginocchio sinistro che sarebbe proprio da far vedere, ma niente di trascendentale.

Nelle prossime uscite vorrei concentrarmi di più sulla posizione in sella e sui movimenti che potrebbero essere più precisi e puntuali, in modo da girare in maniera più sciolta facendo meno fatica. Oltre alle traiettorie, ovviamente!


E i miei compagni di merende?

Beh, Fabrizio è un veterano, guida già bene, anche se deve ancora prendere le misure al nuovo mostriciattolo che pare abbia anche qualche problemino di assetto in staccata. Cose risolvibili con un buon setup.

Chi mi ha positivamente impressionato è il “vecchietto” della compagnia – che leggendomi mi ha avrà già mandato a cagare... - che con la sua Duke 790 è sceso nell’arena senza timore, ha preso le misure alla pista e ha girato alla grande!

Come quasi tutti gli stradisti, ha molto margine per quanto riguarda la posizione in sella, che è ancora troppo “seduta”, ma l’idea e la velocità non sono affatto male per essere la prima volta!

Bravo Ambrogio! E non allenarti troppo che poi mi superi...


Insomma, giornata stra-positiva, che ti fa dimenticare le spese che devi sostenere per questi giocatollini.

Una cosa è certa: al rientro – in moto, of course – con il sole quasi al tramonto, l’aria fresca e le endorfine che si liberano in corpo, capisci che alla fin fine non è altro che una terapia... in questo caso di gruppo: psichiatra, per questa volta scansati...

Senza targa e senza specchietti, anche se di serie ha il suo perchè!

...e l'immancabile video on-board:


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